Tratto dall’ opuscolo Monza – Campo 62 “Innanzi tutto la Patria! “, raccontiamo la storia di Luigi Gatti
Luigi Gatti detto “Gino” fu combattente nella Grande Guerra,
Squadrista, cofondatore del Fascio di Combattimento di
Monza e tra coloro i quali nell’estate del 1922 occuparono
il comune. Partecipò alla Marcia su Roma, fu ufficiale della
M.V.S.N. con la quale combatté sul Fronte Greco-Albanese, in
forza alla XXVˆ Legione monzese “Ferrea”. Tra i primi aderenti
al Partito Fascista Repubblicano, fu responsabile dell’U.P.I.
della G.N.R. di Monza.
Subì diversi attentati gappisti tra i quali uno particolarmente
serio nel febbraio 1944. Il 25 aprile rimase da solo nella
Casa del Fascio (ora Ufficio Registro) in via Littorio (ora
via Gambacorti Passerini) e posizionò sul balcone prospiciente
la piazza una mitragliatrice come gesto di sfida. Una volta
arrestato dai partigiani che avevano assalito l’edificio venne
imprigionato nella garitta allora esistente in strada a lato del
portone d’ingresso e fatto oggetto di ripetute azioni verbali e
fisiche di scherno da parte della folla.
Dopo essere stato condannato a morte con la confisca dei
beni dal tribunale del Comitato Volontari della Libertà (CVL)
in un Processo del Popolo, come da manifesto affisso per le vie
di Monza, il giorno 28 fu portato in via Boccaccio, Boschetti
Reali, e lì fucilato alla schiena alle ore 13, contro il muro di
cinta del tennis, Si racconta che al primo ordine di far fuoco
nessuno sparò. Il Gatti allora insultò il plotone partigiano al
grido di “Sparè merduni”.
Le due figlie Annamaria (cl.1932) e Virginia (cl.1935) si
trasferirono il 29.10.1946 a San Vittore Olona (VA) dallo zio
paterno, anche lui ufficiale nella RSI.