Medaglia d’oro al valor militare
«Comandante di plotone, nella difficile contrastatissima difesa di Monte Fior, conscio della suprema importanza del momento, resistette, impavido, nella linea del fuoco per dodici ore, dirigendo ed animando col suo entusiasmo il proprio reparto ed altri rimasti senza ufficiali, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre audace, sereno, instancabile, finché colpito al cuore, cadde gridando: “Qui si vince o si muore! Viva l’Italia”.»
— Monte Fior, 8 giugno 1916.
Guido Brunner (Trieste, 19 febbraio 1893 – Monte Fior, 8 giugno 1916) è stato un militare italiano, sottotenente di Cavalleria del 152º Reggimento di Fanteria, Brigata Sassari, caduto sul Monte Fior durante la Prima guerra mondiale.
Discendente da un’importante famiglia triestina, nacque da Rodolfo Brunner e Regina Segrè. Il padre era un fedelissimo dell’Impero austroungarico, nonché finanziatore delle sue forze armate, tuttavia in famiglia avevano voce anche le idee irredentiste dello zio Salvatore Segrè.
Il 1º marzo 1915 Guido Brunner fece domanda di ammissione al primo anno della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna. Inviato sul fronte dei Carpazi, influenzato dalle idee dello zio nello stesso mese disertò e fuggì a Venezia, arruolandosi nel Regio Esercito come sottotenente di cavalleria, e invano il padre tentò tramite parenti di convincerlo a tornare.
Allo scoppio delle ostilità tra Italia e Impero austroungarico Guido Brunner partì per il fronte, ma venne catturato dagli austriaci e condannato a morte per fucilazione. Poco prima della prevista esecuzione fu fatto liberare dall’Imperatore d’Austria e reso alla famiglia; il padre Rodolfo lo mandò alla tenuta di Forcoli in Toscana, tentando di dissuaderlo dall’irredentismo, ideale che era ormai seguito anche dalla moglie Regina Segrè, madre di Guido.
Di notte Guido fuggì dalla villa, riarruolandosi nell’esercito italiano. Con il nome di battaglia Mario Berti venne assegnato al 152º Reggimento fanteria “Sassari”. Cadde in azione a Monte Fior l’8 giugno 1916.
Il 23 agosto 1916 gli venne conferita alla memoria una medaglia d’oro al valor militare (la prima del suo reggimento). Il 9 gennaio 1919 l’Univerità di Bologna gli conferì la laurea honoris causa in giurisprudenza alla memoria. A Trieste gli furono intitolati una via, una scuola, un ricreatorio e la caserma di Opicina sede oggi del 2º Reggimento “Piemonte Cavalleria”.