PIETRO CAPOFERRI (Colognola del Piano, 05/08/1892 – Bergamo, 30/12/1989).
Dopo aver combattuto la Prima guerra mondiale in Russia come soldato, tornò in patria cominciando la sua carriera politica, aderendo subito al Fascismo.
Riuscì a ritagliarsi un importante spazio nella gerarchia del Partito Nazionale Fascista (PNF) di Mussolini, diventando in breve l’elemento di maggiore importanza del sindacalismo fascista bergamasco fino al termine degli anni venti.
Nella città orobica si distinse anche in campo sportivo, ricoprendo prima ruoli dirigenziali e poi la carica di presidente dell’Atalanta Bergamasca Calcio nelle stagioni 1927-1928 e 1929-1930.
I numerosi ruoli ricoperti sia nella gestione del partito che in quella del sindacato, gli permisero di mettersi in luce anche al di fuori dei confini provinciali, riuscendo ad ottenere la segreteria generale dell’Unione provinciale di Milano. Dopo aver rivestito tale ruolo dal 1930 al 1939, ricevette l’investitura a presidente nazionale della Confederazione dei sindacati dell’industria.
Nel corso dello stesso anno venne eletto come consigliere nazionale nella prima legislatura della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, organo legislativo del Regno d’Italia che sostituì la Camera dei deputati durante il regime fascista.
La definitiva consacrazione politica si verificò nel luglio 1940, quando ricevette la nomina a vice segretario del partito, con l’incarico di reggente della segreteria nazionale al posto di Ettore Muti, ruolo mantenuto fino a novembre dello stesso anno. Al termine della Seconda guerra mondiale ritornò a Bergamo, passando il resto della propria vita gestendo alcune aziende. Verso la fine degli anni settanta scrisse anche due libri: il primo intitolato “Racconti sparsi di vita bergamasca”, descriveva la storia di Bergamo nel XX secolo; nel secondo “Ordine Sociale o Caos”, raccontava il suo punto di vista sulla storia del fascismo.
Morì a Bergamo, nel 1988, all’età di 96 anni.
Segretario federale del Pnf di Bergamo (1926 – 1929); direttore dell’Unione provinciale dei sindacati fascisti di Bergamo (fino al 1928); segretario generale dell’Unione provinciale dei sindacati fascisti di Milano (1930 – 1939); presidente della Confederazione dei sindacati dell’industria di Roma (1939); vice segretario del Pnf (luglio – novembre 1940)
Pietro Capoferri fu una figura importante nell’ambito del mondo sindacale fascista. Negli anni tra il 1926 e il 1929, ricoprì la carica di segretario federale del Partito nazionale fascista di Bergamo e fino al 1928 fu il responsabile dell’Unione provinciale dei sindacati fascisti di Bergamo. Nel 1930 diresse la Segreteria generale dell’Unione provinciale dei sindacati fascisti di Milano, e nel 1939 fu trasferito a Roma come presidente della Confederazione dei sindacati dell’industria. Nel 1940, nel periodo luglio – novembre, fu nominato vice segretario del Partito nazionale fascista con l’incarico di dirigere la Segreteria nazionale. Capoferri decise di donare il suo archivio alla Biblioteca civica Angelo Mai nel 1987-
Opere :
Sei anni di sindacalismo fascista in bergamasca, Casa del fascio Bergamo, 1928
Dai sindacati alle corporazioni, Stab. Tip. de “La Gazzetta dello Sport”, 1934
L’ora del lavoro, Mondadori, 1941
Venti anni col fascismo e con i sindacati, Gastaldi, 1957
Racconti sparsi di vita bergamasca
“Ordine Sociale o Caos”, raccontava il suo punto di vista sulla storia del fascismo