Domenico Leccisi nato Molfetta, il 20 maggio 1920 – muore a Milano il 2 novembre 2008. Iscritto al Partito Nazionale Fascista (PNF) e combattente della Repubblica Sociale Italiana, nell’immediato secondo dopoguerra fondò insieme a Mauro Rana e Antonio Parozzi il Partito Democratico Fascista. Venuto a conoscenza del luogo di sepoltura di Benito Mussolini, nella notte tra il 22 e il 23 aprile 1946 si rese protagonista del clamoroso gesto del trafugamento della salma del Duce.
Una volta trafugata, la salma fu custodita in un luogo segreto e, successivamente, consegnata a due frati minori dell’Angelicum di Milano dove furono recuperate dalle autorità.
Le spoglie furono poi trasportate nel convento dei cappuccini di Cerro Maggiore, vicino a Legnano, dove vi rimasero fino al 1957, quando il governo Zoli le restituì alla famiglia di Mussolini, consentendone la traslazione a Predappio. Leccisi fu arrestato dalla polizia il 31 luglio 1946 quando sulle sue tracce si era messa anche la Volante Rossa. Il questore di Milano Vincenzo Agnesina così gli si rivolse:
« Abbiamo vinto la corsa, per la sua cattura, con i criminali della Volante rossa e la squadra armata che opera clandestinamente all’interno dei corpi dei vigili urbani. Se lei fosse caduto nelle loro mani non sarebbe ora qui dinanzi a me. »
Divenuto un personaggio molto noto negli ambienti del neofascismo italiano, Leccisi fu deputato nazionale per il Movimento Sociale Italiano dal 1953 al 1963: alla Camera dei Deputati fece parte della X Commissione (Industria e Commercio) durante la II Legislatura e della VII Commissione (Difesa) durante la III.
Irriducibile sostenitore del fascismo di sinistra, ebbe continui scontri con le correnti maggioritarie del MSI, alle quali rimproverava apertamente il tradimento degli ideali del fascismo. Nel 1958 fu, con Palmiro Togliatti, uno dei principali fautori della cosiddetta “operazione Milazzo” che, in Sicilia, rese possibile l’alleanza amministrativa tra il MSI e il PCI.
Al termine della III Legislatura, nel 1963, il MSI dichiarò decaduta l’iscrizione di Leccisi, escludendolo dalle successive elezioni. Rientrato, fu consigliere comunale a Milano. Successivamente si ritirò a vita privata a Milano dove, negli ultimi anni della sua vita, si dichiarò contrario alla trasformazione dell’MSI in Alleanza Nazionale.
Morì ad 88 anni a causa di alcuni problemi respiratori e cardiologici, mentre era ricoverato al Pio Albergo Trivulzio: la sua storia è raccontata principalmente nel libro “La salma nascosta” di Fabio Bonacina.
La sua autobiografia fu pubblicata a Roma nel 1991: Con Mussolini prima e dopo Piazzale Loreto.