Campo X
L’Associazione Memento è nata per dare organizzazione stabile, continuità organizzativa e un più sicuro orizzonte di crescita alle decine e decine di giovani volontari che, da ormai 6 anni, si impegnano per la pulizia, la manutenzione e il decoro del Campo 10 del Cimitero di Musocco: “Campo militare dell’Onore”.
In esso sono sepolti quasi mille degli oltre seimila fascisti uccisi a Milano e dintorni nel corso della Guerra civile. In particolare i caduti qui sepolti furono quasi tutti uccisi dopo il 25 aprile, a guerra finita, vittime quindi dell’odio e della vendetta dei partigiani comunisti e non uccisi in leale combattimento.
Tra essi, oltre ai militari, anche alcune donne e civili, che sono però accomunati in questo Campo dall’unico comune denominatore dell’aver amato e difeso l’Onore della Patria a costo della propria vita. Campo 10 rientra tra i Campi militari tutelati da Onorcaduti (Ministero della Difesa) e in esso sono sepolti anche 3 medaglie d’oro al V.M. e alcuni fulgidi eroi della Seconda guerra mondiale, come il maggiore Visconti.
Eppure, né il Ministero né il Comune di Milano si sono mai presi cura del Campo che rischiava il degrado se non fossero intervenuti i volontari coordinati oggi da Memento in turni regolari di lavoro, anche in vista delle due celebrazioni che, ogni anno, ad aprile e a novembre, vengono organizzate insieme alle associazioni di ex-combattenti e dei familiari delle vittime.
Inoltre, dopo oltre due anni di inutile attesa di un intervento del Comune e della Direzione del cimitero, l’Associazione ha provveduto alla sistemazione di alcune lapidi smottate e arredamenti divelti dal terreno.
Cimitero Monumentale
Monumento ai Martiri della Rivoluzione Fascista
La statua si erge sulla cripta dove sono custoditi i corpi dei fascisti uccisi nel corso del cosiddetto “biennio rosso” 1920-22, durante il quale le forze sovversive e antinazionali cercarono di conquistare il Paese con moti insurrezionali, azioni terroristiche e rivoluzionarie.
Molti dei nazionalisti e dei fascisti che si opposero a questo progetto pagarono con la vita la difesa della Patria, del tricolore e dell’Unità nazionale. Ad essi è dedicato il monumento su cui, nel dopoguerra, si è abbattuta la furia iconoclasta dei partigiani comunisti che hanno divelto l’aquila con il fascio che lo sormontava (vedasi le foto).
Inutile aggiungere che il monumento sarebbe abbandonato al più totale degrado se, da alcuni anni i volontari che oggi confluiscono in Memento, non se ne prendessero cura prima dell’annuale cerimonia commemorativa del 23 marzo.
Tomba di Marinetti
Una delle più grandi figure dell’arte, della letteratura e della vita sociale italiana, Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, accademico d’Italia, volontario (a 66 anni) sul fronte russo, giace in una piccola tomba, ormai dimenticata, nel Cimitero monumentale di Milano cui solo i volontari di Memento prestano opera di manutenzione e doveroso omaggio. Citiamo un brano tratto dal sito: marinettiani.blogspot.it
«Ho visitato, il 2 novembre e approfittando della mia visita al Cimitero Monumentale di Milano, la tomba di Filippo Tommaso Marinetti. È singolare come di questa sepoltura si trovi pochissimo persino su internet; neppure nel sito del Cimitero Monumentale vi è traccia del poeta e, scorrendo la voce “sepolture famose” o “personaggi illustri” non se ne ricava nessun indizio. Ho quindi dovuto chiedere negli uffici del cimitero dove il Marinetti sia sepolto: l’impiegato, naturalmente, non sapeva chi Marinetti fosse e ha dovuto consultare il suo archivio. La tomba è piccola, a terra, si trova nel campo 4, a destra del viale centrale che dal Famedio si diparte perpendicolare verso il centro della necropoli. Una tomba modesta, ricoperta di una lastra di bronzo decorata ai lati con delle greche di sapore vagamente floreale: insieme a Marinetti riposano, nella stessa sepoltura, il padre e la moglie. Mi ha accompagnato, mentre osservavo la tomba, un vago sorriso nell’immaginare quanto al Marinetti una tomba così fatta potesse essere odiosa, con quel sentore di “liberty” che lui disprezzava. Una tomba quasi anonima, mentre intorno è uno svettare di monumenti d’architettura razionalistica e futurista: strano destino che il fondatore di quel movimento grandioso riposi in una così piccola e anonima sepoltura. Marinetti morì il 2 dicembre 1944 a Bellagio, proprio nel mezzo del lago di Como: fu sepolto con funerali solenni pochi giorni dopo, mentre a Milano infuriavano i bombardamenti alleati che, nel 1942, avevano colpito proprio quello stesso cimitero, con scempio di sepolture e di monumenti funebri. Sulla tomba una scritta semplice: “Filippo Tommaso Marinetti. Poeta”».
Contatti: via Vilfredo Pareto 16, Milano
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